Work painted on the terrace above the entrance to Metro B Cavour Station in Rome for ART STOP MONTI, produced by Nufactory, promoted and supported by AtacRoma. (Pic. @visioni_parallele e @pan.demos)
TESTO CRITICO
a cura di ArtStop Monti
Riflettere sul futuro dell’umanità, per l’artista vuol dire guardare a cosa sia l’umanità oggi.
Interrogandosi su cosa accomuna tra loro le culture sparse per il mondo da migliaia di anni fino ad oggi, l’artista trova nel linguaggio e nell’alfabeto la sua risposta. Il linguaggio è non solo comunicazione, ma anche base e forma del pensiero logico, filosofico, scientifico. L’evoluzione del tracciare i segni, con la creazione dell’alfabeto, è stata fondamentale per comunicare e fissare con il linguaggio il mondo che li circondava.
L’intento del progetto è quello di creare, nel cuore di una città multiculturale come Roma, un’opera che necessita un tempo di visione determinato: ad un primo sguardo l’opera risulta astratta ma con il giusto tempo quelle forme richiamano alla mente un alfabeto immaginario. Per l’artista ragionare sul futuro dell’umanità è questo: non dimenticarsi del linguaggio, di ciò che ci connette davvero in quanto esseri umani.
Come spiega la stessa Camilla Falsini: “Senza linguaggio saremmo una massa di individui singoli e non una comunità, nonostante la bellezza delle diverse culture e quindi le mille lingue e i mille segni che usiamo. L’idea di inventare nuove lettere, non usando quelle esistenti, provoca uno spaesamento nello spettatore, quello che proviamo ascoltando una lingua sconosciuta o davanti a lettere straniere. Possiamo godere della bellezza della scrittura proprio quando, paradossalmente, non capiamo il significato. E questo è la base della curiosità per l’altro da sè. Il mondo futuro sarà sempre più connesso, le società chiuse culturalmente sono destinate a morire, quelle che accolgono, che si fanno contaminare e che contaminano a loro volta, sono vive e fertili di idee”.
Interrogandosi su cosa accomuna tra loro le culture sparse per il mondo da migliaia di anni fino ad oggi, l’artista trova nel linguaggio e nell’alfabeto la sua risposta. Il linguaggio è non solo comunicazione, ma anche base e forma del pensiero logico, filosofico, scientifico. L’evoluzione del tracciare i segni, con la creazione dell’alfabeto, è stata fondamentale per comunicare e fissare con il linguaggio il mondo che li circondava.
L’intento del progetto è quello di creare, nel cuore di una città multiculturale come Roma, un’opera che necessita un tempo di visione determinato: ad un primo sguardo l’opera risulta astratta ma con il giusto tempo quelle forme richiamano alla mente un alfabeto immaginario. Per l’artista ragionare sul futuro dell’umanità è questo: non dimenticarsi del linguaggio, di ciò che ci connette davvero in quanto esseri umani.
Come spiega la stessa Camilla Falsini: “Senza linguaggio saremmo una massa di individui singoli e non una comunità, nonostante la bellezza delle diverse culture e quindi le mille lingue e i mille segni che usiamo. L’idea di inventare nuove lettere, non usando quelle esistenti, provoca uno spaesamento nello spettatore, quello che proviamo ascoltando una lingua sconosciuta o davanti a lettere straniere. Possiamo godere della bellezza della scrittura proprio quando, paradossalmente, non capiamo il significato. E questo è la base della curiosità per l’altro da sè. Il mondo futuro sarà sempre più connesso, le società chiuse culturalmente sono destinate a morire, quelle che accolgono, che si fanno contaminare e che contaminano a loro volta, sono vive e fertili di idee”.